Ministero della Cultura

I pionieri dell’archeologia teatina

 

Progetto: #adottiAmoLaCivitella

MODULO5: I PIONIERI DELL’ARCHEOLOGIA TEATINA: ZECCA E CIANFARANI. LA NASCITA DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE D’ABRUZZO “VILLA FRIGERJ”

Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo “Villa Frigerj”

Il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo “Villa Frigerj” fu inaugurato il 14 giugno 1959 con l’intervento del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.

La nascita del museo si deve all’instancabile lavoro fatto da Valerio Cianfarani.

Grazie a lui inizia una indagine approfondita del territorio, aprendo nuove campagne di scavi ad Alba Fucens, Iuvanum, Amiterno, Sulmona, Campovalano e la zona detta Civitella a Chieti, andando ad arricchire il patrimonio archeologico della Soprintendenza.

Si intraprende anche una campagna di ritorno dei monumenti emigrati pensando all’istituzione di un eventuale museo. Il primo importante reperto a fare ritorno fu il letto bronzeo di Amiterno. Dal Museo Etrusco di Villa Giulia torna il famoso e importante Guerriero di Capestrano. Tornarono anche i rilievi del monumento funebre di C. Lusius Storax.

Nel 1864 il Comune compra la Villa e la completa. La Villa fu sede prima dell’Istituto Agrario e poi sede dell’Istituto Tecnico. Ma per molti anni rimase disabitata.

Nel 1953 il Comune, dietro richiesta della Soprintendenza Archeologica, cede la Villa allo Stato, nasce così il Museo Nazionale dell’Antichità degli Abruzzi. Nel 1959 il Museo Archeologico fu inaugurato.

Dopo il passaggio di proprietà iniziano i lavori di restauro per permettere l’allestimento museale. Purtroppo fu demolito il bugnato che ricopriva la galleria centrale e altri cambiamenti mutarono profondamente l’aspetto originale. Inoltre si procede all’abbattimento di pareti e alla creazione di un accesso laterale per gli uffici. Al primo piano fu sistemata la biblioteca usando librerie settecentesche.

L’edificio è stato progettato come una villa di campagna nella zona detta porta S. Andrea, su un terreno agricolo di proprietà del barone Frigerj.

La costruzione presenta una pianta quadrata, a tre piani (piano terra, piano nobile e sottotetto per la servitù), il piano terra delle quattro facciate è decorato con bugnato liscio in laterizio e da uno zoccolo in pietra. La facciata rivolta alla città culmina con un tempietto, elemento tipicamente neoclassico, con colonne e timpano. Le finestre del piano nobile sono incorniciate da paraste e timpani. Il grande ingresso immette in un’ampia galleria usata per il passaggio delle carrozze. L’interno del piano terra era decorato con lo stesso bugnato rustico presente sulla facciata esterna, su questo piano si apre anche lo scalone monumentale che porta al piano nobile.

 

Il barone Ferrante Frigerj (nato a Chieti nel 1783) affidò il progetto all’architetto Errico Riccio. Nel 1830 iniziarono i lavori di costruzione che si interruppero nel 1861 quando il barone morì a 78 anni. La Villa, in stile neoclassico, mancava del tetto e delle decorazioni interne.

Il Neoclassicismo è una corrente artistica che si afferma in Europa dalla seconda metà del 700 e si esaurisce nei primi decenni dell’800. nasce come reazione al Rococò e al Barocco. In quel periodo ci fu una intensa attività archeologica che contribuì alla nascita e allo sviluppo di questa corrente letteraria e artistica. Si riscopre le antichità greche e romane, simbolo di una natura ideale. Il maggiore esponente, archeologo e storico dell’arte, fu Johann Joachim Winckelmann.

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